Riforma agricoltura bio, continuano le trattative

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Coldiretti ha partecipato al gruppo di lavoro Organic farming del Copa e al gruppo di dialogo civile con la Commissione Ue in merito alla proposta di regolamento che sostituirà la legislazione quadro in materia di agricoltura biologica (reg. CE 834/2007 e reg. CE 889/2008). Il documento è al centro del lavoro della Presidenza italiana, che sta portando avanti un’opera di mediazione tra le posizioni degli Stati membri molto complessa.

Pur se condiviso come principio generale, l’obiettivo di introdurre norme più restrittive per elevare gli standard di qualità degli alimenti bio trova opposizione, da parte delle principali associazioni agricole europee anche biologiche, perché implica l’eliminazione di tutte le deroghe attualmente previste e l’obbligo di conversione totale dell’azienda agricola al metodo biologico (esclusione delle aziende miste). Tali associazioni ritengono che ciò rallenterebbe il processo di crescita della filiera dell’agricoltura biologica.

La Presidenza italiana ha raggiunto un testo di compromesso condiviso da gran parte degli Stati membri ma la netta opposizione di Germana e Olanda rischia di far cadere la proposta di regolamento. La Presidenza italiana sta cercando di raggiungere il massimo consenso possibile per evitare che la Commissione ritiri la proposta di regolamento.
Nell’ambito del gruppo di lavoro del Copa, Coldiretti, pur ribadendo di condividere la proposta di regolamento della Commissione, dopo un difficile lavoro di mediazione, ha raggiunto un accordo  con le altre organizzazioni agricole dei diversi Stati membri su alcune proposte di emendamento del regolamento che vanno nella direzione di rendere più restrittivo il sistema di controllo sull’agricoltura biologica, il sistema delle importazioni dei prodotti bio da paesi terzi sostituendo il principio di equivalenza con quello di conformità alle norme comunitarie, sulla deroga  all’impiego di sementi bio, proponendo l’adozione del sistema olandese che, pur mantenendo la possibilità per gli agricoltori di avvalersi di tale strumento, stabilisce, a livello nazionale,  un elenco di varietà per le quali la deroga è esclusa sulla base della disponibilità delle sementi biologiche, nonché su altri specifichi aspetti relativi a norme tecniche di produzione per il settore zootecnico.

Nell’ambito del gruppo di dialogo civile con la Commissione Ue, al quale partecipano tutte le associazioni di rappresentanza della filiera dell’agricoltura biologica  Coldiretti ha, partecipato al momento di confronto con la Commissione Ue insieme al presidente del gruppo di lavoro Organic farmic del Copa, alla delegazione danese, tedesca ed inglese. L’incontro con la Commissione Ue è stata l’occasione per chiarire molti aspetti relativi alla proposta di regolamento e capire quale orientamento la Commissione intende assumere per lo sviluppo dell’agricoltura biologica.

In proposito, la  DG Agri ha evidenziato che il Piano d’azione per l’agricoltura biologica si basa su tre punti fondamentali: promuovere la competitività dei produttori; aumentare la fiducia dei consumatori; favorire il commercio internazionale (scambi con paesi terzi) dei prodotti biologici.

Secondo la Commissione é importante mobilitare tutti gli strumenti della Pac per raggiungere tali obiettivi, in particolare, usare i fondi regionali e della pesca nel breve periodo. Dal momento che alla Commissione stanno arrivando i Psr, la Dg Agri  sta vedendo come è stata applicata la misura del biologico per il periodo fino al 2020. Tutti gli Stati membri, tranne due, finanziano la misura del biologico che è  indipendente dalla misure agro-ambientali.  Nel complesso, però, gli aiuti al biologico stanno diminuendo da parte degli Stati membri. La Commissione ha predisposto dei volantini informativi che possono essere scaricati dal sito Internet specificatamente dedicato all’agricoltura biologica,  per incrementare la conoscenza degli alimenti biologici presso i consumatori e le misure di sostegno di cui possono beneficiare gli imprenditori biologici.

Al fine di promuovere lo sviluppo dell’agricoltura biologica la Commissione ha previsto una serie di iniziative. Si pensa a un’indagine sui consumatori per verificare come è quanto è conosciuto il nuovo logo del biologico (solo ¼ dei consumatori conosce il logo del bio) e acquisire informazioni su  quanta fiducia hanno i consumatori nei prodotti bio. La Commissione ha sottolineato l’importanza della ristorazione collettiva e degli appalti verdi nella promozione dei consumi dei prodotti biologici. Si vuole poi promuovere l’agricoltura biologica avvalendosi dei fondi per la Ricerca e Innovazione previsti dal programma  Horizon 2020.

Altro obiettivo importante sottolineato dalla Commissione è quello di creare, una banca dati per le sementi biologiche e per l’acquacoltura biologica anche al fine di avere un quadro preciso della situazione dell’agricoltura biologica nell’Ue al fine di poter pianificare interventi mirati. All’EXPO di Milano la Commissione Ue ha organizzato un evento sulla ricerca in agricoltura biologica che si terrà nel mese di maggio. E’ stata evidenziata, inoltre, l’importanza per gli Stati membri di promuovere l’ingresso dei piccoli produttori agricoli nel biologico.

La Commissione intende creare, poi, entro il 2015 una banca dati per la certificazione elettronica delle importazioni. Per un certo periodo conviverà il sistema cartaceo con quello informatizzato. Al momento, però, non sono chiare le modalità con le quali dovrebbe funzionare tale sistema. Altro obiettivo è quello di  migliorare il monitoraggio delle frodi. A tal fine, si sta elaborando un compendio delle frodi avvenute in biologico, a cura della DG SANCO.

Inoltre, la Commissione intende promuovere un accordo multilaterale con i paesi terzi per il commercio dei prodotti biologici, sebbene abbia sottolineato che raggiungere tale accordo è molto difficile. A tal fine, occorre raccogliere dati sugli scambi con i paesi terzi. Questo obiettivo è stato criticato dalle Organizzazioni presenti in quanto è stato evidenziato che occorre favorire la produzione comunitaria di alimenti biologici da destinare all’export, ma non incrementare le importazioni per soddisfare una domanda di prodotti bio da parte dei consumatori europei che al momento non può essere soddisfatta.

La Dg Agri ha informato i presenti che é previsto nell’ambito del Codex Alimentarius di stabilire un sistema di etichettatura dei prodotti da acquacoltura biologica. Si intende, inoltre, rafforzare il ruolo del logo. La direzione ha evidenziato che il logo europeo deve affiancare quello nazionale del singolo Stato membro per rassicurare il consumatore che le regole comunitarie sono rispettate.

La Commissione ha, poi, sottolineato che nel settore della mangimistica occorre promuovere la produzione di soia biologica avvalendosi della quota parte dei fondi destinati dagli Stati membri ai pagamenti diretti, per sostenere alcune colture con l’aiuto accoppiato. In merito, si  evidenzia che in Italia sono stati destinati circa 10 milioni di Euro per l’aiuto accoppiato alla produzione di soia premiata solo nelle Regioni del nord Italia per un ammontare complessivo di aiuti destinati alle colture proteiche di circa 70 milioni di Euro.  Inoltre, la produzione di soia in quanto coltura azoto fissatrice può essere oggetto di aiuto, nell’ambito del greening.

Nell’ambito delle misure per lo Sviluppo Rurale la Commissione ha invitato gli Stati membri a introdurre incentivi per la produzione di sementi biologiche ed ha evidenziato l’importanza che siano individuate  varietà e razze di animali adatte alla produzione bio. Sulla questione delle aziende miste, metà biologiche e metà convenzionali, fattispecie non più ammessa dalla proposta di regolamento, la Commissione ha evidenziato che queste in biologico sono l’eccezione e non la regola e che la Pac ha tutti gli strumenti per avviare l’agricoltore alla conversione tutta l’unità aziendale.

Rispetto alla richiesta delle associazioni ambientaliste di aumentare gli standard di  benessere animale in biologico la Dg Agri ha evidenziato che questo aspetto non è prioritario in quanto è solo al settimo posto dei motivi per cui un consumatore acquista prodotti bio. Prima viene il fatto che si tratti di alimenti privi di ogm, di residui di fitofarmaci e che siano prodotti locali. La Commissione ha evidenziato che, al momento, l’attuazione del Piano per lo Sviluppo dell’agricoltura biologica  è appena iniziato e finirà nel 2020. Secondo la Dg Agri, é impossibile stabilire un limite quantitativo della produzione biologica da raggiungere entro tale termine.

La Commissione non è stata in grado di dare indicazioni chiare su come sarà concepita la banca per le sementi, seppure questa è considerata un obiettivo prioritario e in quale modo Horizon 2020 può supportarne la costituzione. Ovviamente dovrà essere collegata alle banche dati già costituite da  molti Stati membri.  Anche se molte Organizzazioni hanno criticato l’impostazione molto restrittiva del regolamento, tutte si sono dichiarate disponibili ad una mediazione ed hanno ampiamente apprezzato il testo di compromesso elaborato dalla Presidenza italiana. L’organizzazione tedesca  è stata l’unica a esprimere un parere totalmente negativo sulla proposta di regolamento che è considerata in antitesi con la visione della Germania dell’agricoltura  biologica,  secondo la quale tale metodo di produzione è un mezzo per avere una produzione agricola più sostenibile, ma non un fine, per cui è incomprensibile per i tedeschi l’orientamento della Commissione,  volto a ottenere alimenti biologici al 100%.

Per quanto concerne gli aiuti alle imprese agricole biologiche, attualmente, i premi che vanno al biologico, la Commissione ha verificato che questi sono compresi tra 450 e 600 Euro/ha. Gli Stati membri sono liberi di stabilire aiuti più alti se dimostrano che in alcune aree i costi di produzione sono più elevati. Al biologico sono destinati circa 5-7 milioni di Euro e, cioè, il 5,9% del bilancio dello sviluppo rurale. Il biologico non è tra le misure più sovvenzionate dagli Stati membri. Al primo posto restano le misure agro-ambientali. Chi aderisce alla misura del bio può avere anche l’aiuto delle misure agro-ambientali. Le Organizzazioni presenti hanno sottolineato l’importanza che i Psr prevedano aiuti che abbattano i costi di certificazione sostenuti dai prodotti biologici.

Su richiesta di un’organizzazione francese, la Commissione si è impegnata a dirimere il problema del calcolo dell’azoto in attuazione della direttiva nitrati, per i produttori biologici, in quanto il sistema è diverso da quello applicato per l’agricoltura convenzionale, quando si usano fertilizzanti di sintesi chimica e non di origine organica. Il Presidente del Gruppo di lavoro Organic farming e la presidente danese del Gruppo di dialogo civile con la Commissione Ue hanno espressamente ringraziato Coldiretti per l’attiva partecipazione ai lavori.

Com Coldiretti